Nuove Regole per gli Affitti Brevi: Dal 1° Settembre 2024 entra in vigore il Codice Identificativo Nazionale (CIN)
L'industria degli affitti brevi, come quelli gestiti attraverso piattaforme come Airbnb, sarà profondamente influenzata a partire dal 1° settembre 2024 con l'introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN). Questo codice alfanumerico diventerà un requisito imprescindibile per tutti coloro che affittano immobili per periodi inferiori a 30 giorni. La misura, prevista dal decreto legge 145/2023, rappresenta un passo importante verso la regolamentazione di un settore che, negli ultimi anni, ha visto una crescita esponenziale.
Che cos'è il CIN
Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) è un codice alfanumerico introdotto in Italia per regolamentare gli affitti brevi, ossia le locazioni di immobili per periodi inferiori a 30 giorni. Il CIN ha l’obiettivo di contrastare l’abusivismo nel settore turistico, garantendo maggiore trasparenza e sicurezza per gli affittuari e i proprietari. Oltre a essere un requisito per poter affittare legalmente, è anche necessario per le piattaforme digitali come Airbnb e Booking.com, che non possono ospitare annunci privi di questo codice.
Il CIN dovrà essere esposto all'interno dell'immobile e in tutti gli annunci pubblicitari, sia online che offline. L’obbligo non riguarda solo i proprietari privati, ma anche le piattaforme digitali, che saranno tenute a bloccare gli annunci privi del codice. Chi gestisce più di quattro immobili dovrà inoltre possedere una partita IVA e presentare la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA).
Come richiedere il CIN
La procedura per ottenere il CIN non è automatica. I locatori dovranno registrarsi sulla piattaforma BDSR del Ministero del Turismo utilizzando credenziali digitali come lo SPID o la Carta d'Identità Elettronica (CIE). Saranno inoltre necessari dispositivi di sicurezza come rilevatori di gas e monossido di carbonio, e estintori portatili per poter ottenere il codice. Le sanzioni per chi non si adegua saranno severissime, con multe che potranno arrivare fino a 8.000 euro, rendendo di fatto impossibile continuare ad operare senza rispettare le nuove normative.
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